Alan Turing: il padre del computer
Alan Turing è considerato a tutti gli effetti il padre dell’informatica moderna. Supponiamo di utilizzare un laptop, un computer, uno smartphone o persino una rete di dispositivi IoT. In questo caso, stiamo utilizzando tecnologie rese possibili dal lavoro, dalla ricerca e dall’intuizione di questo giovane Fellow del King’s College dell’Università di Cambridge.
Alan Turing è uno dei matematici più noti al mondo, di gran lunga il più noto dell’ultimo secolo, per il suo lavoro di decifrazione dei codici tedeschi e della famigerata macchina Enigma nella Seconda Guerra Mondiale. Ma anche per il suo arresto, la condanna e la punizione per omosessualità negli anni ’50.
Questo lavoro teorico è stato la base per il successivo sviluppo dei computer e dell’informatica in generale. Il suo lavoro, inoltre, ha aperto la strada alle possibilità di trasformazione dell’era digitale connessa in cui viviamo.
I primi anni e la Seconda Guerra Mondiale
Turing iniziò la sua carriera come ricercatore di matematica all’Università di Cambridge negli anni ’30, dove si laureò nel 1934.
Durante la seconda guerra mondiale, Turing lavorò per l’unità SIGINT del governo britannico, nota come GC&CS, a Bletchley Park. Qui supervisionò le attività dell’Hut 8, la sezione che decifrava i codici navali tedeschi.
Ideò anche diverse tecniche per accelerare la decifrazione dei codici tedeschi. In particolare, potenziò il bombe polacco di prima della guerra. Il bombe era una macchina elettromeccanica in grado di violare la macchina Enigma. La sua versione potenziata, chiamata Macchina di Turing, fu il prototipo di un primo computer.
Egli avrebbe completato lo sviluppo della tecnologia informatica delle origini poco dopo la seconda guerra mondiale. Turing svolse quindi un ruolo cruciale nel decifrare i messaggi in codice intercettati. In particolare, permise agli Alleati di sconfiggere i nazisti nella Battaglia dell’Atlantico.
Il motore di calcolo automatico
Dopo la guerra, Turing lavorò al National Physical Laboratory, dove progettò l’Automatic Computing Engine, uno dei primi progetti di computer a programma memorizzato.
Tuttavia, Turing non sviluppò da solo la prima tecnologia di calcolo. Nel 1947 ebbe contatti e incontri con diversi scienziati tedeschi che contribuirono agli sforzi di ricerca di Turing.
Dal 1948, Turing studiò matematica all’Università di Manchester e si unì al Computing Machine Laboratory di Max Newman, presso la Victoria University di Manchester. Qui contribuì allo sviluppo dei computer di Manchester.
Incriminazione e morte
Nonostante il suo successo come accademico e sviluppatore, la sua vita personale finì sotto la lente. Un tribunale inglese perseguì Turing nel 1952 per atti omosessuali (il sistema giuridico britannico perseguiva l’omosessualità come “gross indecency”, secondo l’emendamento Labouchere del 1885).
Si trattava quindi di un reato penale nel Regno Unito e, una volta condannato, accettò il trattamento di castrazione chimica con il DES.
Turing morì nel 1954, 16 giorni prima del suo 42° compleanno, per avvelenamento da cianuro. Un’inchiesta determinò la sua morte come un suicidio. Tuttavia, l’inchiesta della polizia ha anche indicato che la sua morte era compatibile con un avvelenamento accidentale.
L’eredità di Alan Turing
Il principale contributo scientifico della Macchina di Turing è stato di tipo matematico. Infatti, le macchine di Turing hanno permesso di definire formalmente il concetto di “algoritmi”.
Così facendo, risolse il cosiddetto “problema della decisione” di Hilbert, una delle principali congetture matematiche dell’epoca. Questo lavoro teorico fu la base per il successivo sviluppo dei computer e dell’informatica in generale.
Il suo lavoro, inoltre, ha aperto la strada alle possibilità di trasformazione dell’era digitale connessa in cui viviamo.
Infine, l’attività e la ricerca che ha svolto in molti anni di duro lavoro hanno mostrato anche una dedizione interiore verso il riconoscimento interiore dell’espressione di sé per cui è stato perseguito.